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The Prisons / Le Carceri
The timeless Carceri etchings of Piranesi (1720–1778) represent not only spectacular artistic accomplishments but also unforgettable expressions of psychological truths. Combining the influences of Tiepolo, Bibiena, and Rembrandt, these works of architectural fantasy challenge the boundaries of perception, creating a vast system of visual provocation. Innumerable staircases, immense vaults, and other ambiguous structures are compounded with projecting beams, pulleys, rickety catwalks and gangways, dangling ropes and chains, and the occasional shadowy human figure.
This full reproduction in book form of The Prisons, made directly from mint copies of original prints, presents both editions of Piranesi's work, with prints on facing pages for convenient comparison. The first edition (circa 1745) ranks among the most rare and valuable print collections in existence and abounds in a multiplicity of perspectives—an innovation that predates Cubism by two centuries. For the second (1761) edition, Piranesi reworked the plates, adding elaborate details that alter some of them almost beyond recognition. It is in the second, more emotionally challenging renditions that his masterful management of light and shadow is most evident. This edition features an informative Introduction by Philip Hofer, in addition to a Preface by John Howe, a conceptual designer on Peter Jackson's Lord of the Rings film trilogy.
This full reproduction in book form of The Prisons, made directly from mint copies of original prints, presents both editions of Piranesi's work, with prints on facing pages for convenient comparison. The first edition (circa 1745) ranks among the most rare and valuable print collections in existence and abounds in a multiplicity of perspectives—an innovation that predates Cubism by two centuries. For the second (1761) edition, Piranesi reworked the plates, adding elaborate details that alter some of them almost beyond recognition. It is in the second, more emotionally challenging renditions that his masterful management of light and shadow is most evident. This edition features an informative Introduction by Philip Hofer, in addition to a Preface by John Howe, a conceptual designer on Peter Jackson's Lord of the Rings film trilogy.
- GenresArtNonfictionItaly
80 pages, Paperback
First published June 1, 1973
About the author
Giovanni Battista Piranesi
114 books9 followersGiovanni Battista (or Giambattista) Piranesi (Italian pronunciation: [dʒoˈvanni batˈtista piraˈneːzi; -eːsi]; also known as simply Piranesi; 4 October 1720 – 9 November 1778) was an Italian Classical archaeologist, architect, and artist, famous for his etchings of Rome and of fictitious and atmospheric "prisons" (Le Carceri d'Invenzione). He was the father of Francesco Piranesi and Laura Piranesi.
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Community Reviews
Displaying 1 - 6 of 6 reviews
December 29, 2017
Cinque stelle per Piranesi.
Cinque anche per il saggio di Mario Praz.
Ma l'edizione li mortifica un po'.
[aggiunta del 29 dicembre 2017]
In un saggio del 1961 Praz notava che proprio ai tempi di Piranesi iniziava una sorta di campagna contro la mancanza d’originalità dei romani in fatto d’arte e di architettura, innescata dalla gran voga della Grecia antica. Piranesi reagiva con un lungo discorso introduttivo a Della magnificenza ed architettura dei Romani, dimostrandosi entusiastico sostenitore del mito di Roma. Qui Piranesi riprendeva un «patrimonio spicciolo di vedutisti di professione, di compilatori di guide e di ritratti dell’Urbe che dal Cinquecento in poi erano pullulati come capperi in tutte le fessure delle vecchie rovine»; ma quel che conta è che era un uomo del nord calato a Roma e quindi non ne era assuefatto e riusciva a vederla attraverso quello shock of recognition, che è condizione imprescindibile per la creazione di opere d'arte.
Il solo intento di queste chiacchiere è rispondere a lorinbocol: il saggio del 1961 da cui ho appena citato accompagnava un'edizione delle stampe di Piranesi pubblicate in quell'anno dal Polifilo di Alberto Vigevano: un «sesquipedale volume» lo definiva Montale recensendolo: «un libro che si può leggere solo ponendolo su un leggio; e che non si sa nemmeno se leggere o se vedere perché l’attenzione è sviata dalle stupende incisioni piranesiane all’analisi che ne fa il presentatore.»
Montale proseguiva lodando la scelta di questo "presentatore" (Praz, ovviamente): perfetto perché «la Musa del Piranesi è nient’altro che il Disfacimento; ma un disfacimento che resiste e quasi si ricompone dall’interno quasi per la forza di un virus geniale che può allignare solo tra le rovine».
Ecco, io dico solo che il libro Abscondita non è necessario porlo su un leggio.
Cinque anche per il saggio di Mario Praz.
Ma l'edizione li mortifica un po'.
[aggiunta del 29 dicembre 2017]
In un saggio del 1961 Praz notava che proprio ai tempi di Piranesi iniziava una sorta di campagna contro la mancanza d’originalità dei romani in fatto d’arte e di architettura, innescata dalla gran voga della Grecia antica. Piranesi reagiva con un lungo discorso introduttivo a Della magnificenza ed architettura dei Romani, dimostrandosi entusiastico sostenitore del mito di Roma. Qui Piranesi riprendeva un «patrimonio spicciolo di vedutisti di professione, di compilatori di guide e di ritratti dell’Urbe che dal Cinquecento in poi erano pullulati come capperi in tutte le fessure delle vecchie rovine»; ma quel che conta è che era un uomo del nord calato a Roma e quindi non ne era assuefatto e riusciva a vederla attraverso quello shock of recognition, che è condizione imprescindibile per la creazione di opere d'arte.
Il solo intento di queste chiacchiere è rispondere a lorinbocol: il saggio del 1961 da cui ho appena citato accompagnava un'edizione delle stampe di Piranesi pubblicate in quell'anno dal Polifilo di Alberto Vigevano: un «sesquipedale volume» lo definiva Montale recensendolo: «un libro che si può leggere solo ponendolo su un leggio; e che non si sa nemmeno se leggere o se vedere perché l’attenzione è sviata dalle stupende incisioni piranesiane all’analisi che ne fa il presentatore.»
Montale proseguiva lodando la scelta di questo "presentatore" (Praz, ovviamente): perfetto perché «la Musa del Piranesi è nient’altro che il Disfacimento; ma un disfacimento che resiste e quasi si ricompone dall’interno quasi per la forza di un virus geniale che può allignare solo tra le rovine».
Ecco, io dico solo che il libro Abscondita non è necessario porlo su un leggio.
Read
September 2, 2014from "Preface" by John Howe
"Piranese's CARCERI are like nothing else of the time [1st stage 1750 & 2nd stage 1761], like nothing done before. Gigantic, monolithic, they seem as though built by giants, but house only puny humans, dwarfed by the excessive scale of an infinitude of vaults and ceilings. They are not so much prisons in a world we might recognize, but views of a world that is itself a prison. Chillingly, it is not even Hell, convention that would offer some comfort, since we would know where to situate it, but Piranesi chooses not to allow us to remove these prisons from our own sphere. Even in those engravings where a sky is visible, it holds no promise of freedom (and what was once a hint of open sky in the First State is often occluded by more arches and walls in the Second). To crawl to the top, to scale the highest wall would afford no view of the outside, only of a vaster prison. His visions do not promise a world beyond which one might flee, only more of the same. No escape."
"Piranese's CARCERI are like nothing else of the time [1st stage 1750 & 2nd stage 1761], like nothing done before. Gigantic, monolithic, they seem as though built by giants, but house only puny humans, dwarfed by the excessive scale of an infinitude of vaults and ceilings. They are not so much prisons in a world we might recognize, but views of a world that is itself a prison. Chillingly, it is not even Hell, convention that would offer some comfort, since we would know where to situate it, but Piranesi chooses not to allow us to remove these prisons from our own sphere. Even in those engravings where a sky is visible, it holds no promise of freedom (and what was once a hint of open sky in the First State is often occluded by more arches and walls in the Second). To crawl to the top, to scale the highest wall would afford no view of the outside, only of a vaster prison. His visions do not promise a world beyond which one might flee, only more of the same. No escape."
April 3, 2018
Fresca fresca di mostra a Pesaro su Piranesi il libro mi è rimasto appiccicato alle dita, maledetto, benedetto bookshop!
La possibilità di portarmi a casa un pochino di quel genio in un'edizione che ripercorre tutta la storia delle incisioni nel primo e nel secondo stato è stata una tentazione troppo forte per resistervi.
Il punto debole è sicuramente il formato, le opere sono un po' sacrificate ma la presentazione del primo e secondo stato appaiati permette di gustare a pieno l'evoluzione dell'artista nella padronanza della tecnica e nel tema.
Il fatto di non dichiarare subito quale sia la differenza tra i due stati però fa sì che il fruitore la scopra solo alla fine ovvero durante la lettura del saggio di Focillon: i due stati sono tra loro distanziati da una quindicina di anni e rivelano una differenza non solo nell'abilità dell'artista ma soprattutto nella concezione delle carceri: l'accentuazione dei chiaroscuri e l'aggiunta di dettagli aggiungono, moltiplicano il senso di claustrofobia e angoscia. Per fare un paragone in chiave moderna mi appoggio alle due versioni di Star Wars: quella degli anni Settanta e quella degli anni Novanta in cui il regista Lucas ha potuto inserire tutti quegli effetti speciali non realizzabili venti anni prima.
Dunque grazie a Focillon per la spiega, la prossima volta magari mettetela all'inizio, grazie.
Superba, invece, l'introduzione del Praz.
Superba per prosa e per approfondimento, se ci fossero dieci stelle da dare gliele darei tutte: in trenta pagine percorre i temi Piranesiani con voli pindarici tra Walpole, Yourcenar, de Quencey, Rousseau, terremoto di Lisbona ed Ercolano.
un'introduzione tutta da godere, assaporare e approfondire.
ah, se volete sapere come era la mostra...
http://marmott79.blogspot.it/2018/04/...
La possibilità di portarmi a casa un pochino di quel genio in un'edizione che ripercorre tutta la storia delle incisioni nel primo e nel secondo stato è stata una tentazione troppo forte per resistervi.
Il punto debole è sicuramente il formato, le opere sono un po' sacrificate ma la presentazione del primo e secondo stato appaiati permette di gustare a pieno l'evoluzione dell'artista nella padronanza della tecnica e nel tema.
Il fatto di non dichiarare subito quale sia la differenza tra i due stati però fa sì che il fruitore la scopra solo alla fine ovvero durante la lettura del saggio di Focillon: i due stati sono tra loro distanziati da una quindicina di anni e rivelano una differenza non solo nell'abilità dell'artista ma soprattutto nella concezione delle carceri: l'accentuazione dei chiaroscuri e l'aggiunta di dettagli aggiungono, moltiplicano il senso di claustrofobia e angoscia. Per fare un paragone in chiave moderna mi appoggio alle due versioni di Star Wars: quella degli anni Settanta e quella degli anni Novanta in cui il regista Lucas ha potuto inserire tutti quegli effetti speciali non realizzabili venti anni prima.
Dunque grazie a Focillon per la spiega, la prossima volta magari mettetela all'inizio, grazie.
Superba, invece, l'introduzione del Praz.
Superba per prosa e per approfondimento, se ci fossero dieci stelle da dare gliele darei tutte: in trenta pagine percorre i temi Piranesiani con voli pindarici tra Walpole, Yourcenar, de Quencey, Rousseau, terremoto di Lisbona ed Ercolano.
un'introduzione tutta da godere, assaporare e approfondire.
ah, se volete sapere come era la mostra...
http://marmott79.blogspot.it/2018/04/...
July 14, 2015
Sehr gute, großformatige Reproduktion der Stiche. Die einzelnen Werke der früheren und späteren Ausgabe werden einander gegenübergestellt, so dass sie sich gut miteinander vergleichen lassen.
December 28, 2021
Susanna Clark's wonder-filled book Piranesi is not about this guy but it did lead me to discovering this fantastic artist whose work immediately grabbed my attention.
The prints in this book are magnificent! Some additional commentary by someone who understands art more than me would have been nice though.
The prints in this book are magnificent! Some additional commentary by someone who understands art more than me would have been nice though.
December 26, 2015
I dont know anything about piranesi or etchings but
I bought this book mostly because the pictures remind me off some of the drawings my father used to draw when i was a kid.
He drew other motifs ,but there is a likeness in them maybe its that both had a
background in some kind of technical drawing.
I gave it 5 stars atleast one maybe two stars is because it reminded me of my Dad.
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